Giovanetto, l’uomo degli ulivi. È un abile maestro potatore

 

Nel settembre scorso ha superato l’esame alla scuola nazionale specializzata. Di Montestrutto, 52 anni, è l’unico, nel nord Italia, ad avere questa qualifica.

 

 

SETTIMO VITTONE. Siede, in una tiepida mattina d’autunno, dando le spalle a un rigoglioso ulivo. Il sorriso affabile avvia una conversazione subito permeata di cordialità e della voglia di raccontare una passione tramutatasi in lavoro.

 

Luca Giovanetto, 52 anni, di Montestrutto, da diciotto anni si occupa di olivicoltura in Piemonte. «Ricordo un viaggio nel 2001 con mia moglie in Umbria, ad Assisi, stupendo borgo immerso fra gli uliveti. Lei era ammirata dai capolavori architettonici, io mi perdevo a guardare tutte quelle piante», racconta risalendo alle origini della sua scelta professionale. Dopo un inizio come potatore di piante da frutta e ornamentali, la necessità dell’Asspo (Associazione Piemontese Olivicoltori) di un potatore professionista lo avvia verso esperienze formative in Liguria, dove trascorre due stagioni. Giovanetto è stato selezionato per tre finali dei campionati italiani di potatura di ulivi come unico piemontese ammesso. Dal 2010 è tecnico certificato dell’Asspo ed è potatore certificato nell’albo dei medesimi dell’Assam (Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche). Il 26 settembre scorso ha superato l’esame alla Scuola Nazionale di Potatura dell’Olivo, fondata dal professor Giorgio Pannelli, insigne esperto della materia, divenendo l’unico maestro potatore del nord Italia e ottenendo le lodi dei massimi esperti italiani del settore per la sua altissima preparazione.

 

«L’ulivo è, insieme al melo e all’essere umano, l’elemento geneticamente più antico della Terra. In Europa e in Piemonte è arrivato dalla Palestina e ci sono testimonianze storiche che tracciano la presenza di questa pianta già intorno al 500 d.C. in Valle d’Aosta», dice Giovanetto in una breve introduzione storica. «La massima espansione di questa coltura nel nostro territorio si registrò nel 1.400 sebbene poi subì una brusca interruzione a causa di una miniglaciazione che colpì l’Europa nel XV secolo. Dal 2000 l’olivicoltura è tornata in Piemonte dove sono richieste cure particolari date le condizioni climatiche assai critiche, non possiamo infatti commettere alcun errore in fase di concimazione o di potatura e nell’esposizione dei siti scelti per la coltivazione», sottolinea.

 

Giovanetto è stato l’artefice dell’avvio del frantoio di Settimo Vittone, che poi ha lasciato per occuparsi, su richiesta dell’Asspo, di quello di Vialfrè, dove attualmente segue tutte le fasi del processo di preparazione dell’olio. «Per lavorare in frantoio mi servo dell’olfatto e della vista perché sono fondamentali per valutare l’esatta progressione nella preparazione del prezioso condimento. A poco a poco abbiamo migliorato le tecniche seguendo parametri rigorosi e puntando sulla qualità e non sul quantità. Attualmente a Vialfrè produciamo annualmente cento quintali di Olio», dice con visibile soddisfazione. Da marzo a maggio segue la potatura di quasi 10.000 ulivi sul territorio regionale dove attualmente sono presenti 200.000 piante.

 

 

 La ricchezza di dettagli tecnici nell’esposizione di Giovanetto lascia improvvisamente il posto all’aspetto umano della sua vicenda professionale. «Con umiltà e desiderio di crescere sono uscito dalla mia regione per misurarmi con altre realtà formative. Grazie ad esse ho accresciuto le mie competenze attraverso un continuo amalgamarsi di conoscenze teoriche e di esperienze pratiche sul campo», si racconta. Un percorso che ha fatto di questo professionista un’eccellenza assoluta del nostro territorio. —

 

Settimo Vittone, Luca Giovanetto, l'uomo degli ulivi - La Sentinella (gelocal.it) 

 


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